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dai GIORNALI di OGGI

Russia: serve nuovo trattato sul nucleare

2009-03-08

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L'ARGOMENTO DI OGGI

 

CORRIERE della SERA

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2009-03-08

"è il momento di fare dei veri passi avanti, riprendendo il processo globale di disarmo"

Russia: serve nuovo trattato sul nucleare

Il ministro degli Esteri Lavrov: tutti gli Stati interessati

si uniscano contro la minaccia dei missili offensivi

NOTIZIE CORRELATE

Ramo d'ulivo della Clinton alla Corea del Nord, ma no a nuovi test missilistici (17 febbraio 2009)

Il ministro degli Esteri russo Lavrov (Reuters)

Il ministro degli Esteri russo Lavrov (Reuters)

GINEVRA - Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha lanciato un appello per il disarmo nucleare. Parlando alla Conferenza Onu a Ginevra, Lavrov ha ribadito l'importanza di concludere un nuovo trattato "Start" con gli Usa, che non limiti solo le testate nucleari ma anche i vettori strategici e che garantisca ai firmatari l'utilizzo dell'energia nucleare per fini civili. Il capo della diplomazia russa ha proposto che tutti gli Stati interessati si uniscano contro la minaccia dei missili offensivi. "È giunto il momento di fare dei veri passi avanti, riprendendo il processo globale di disarmo, per la prima volta dalla fine della guerra fredda abbiamo l'occasione di compiere progressi" ha detto Lavrov, esortando i Paesi presenti a uscire da una "nefasta inerzia". Sulla delicata questione dello scudo antimissili - oggetto di una lettera inviata giorni fa da Obama al presidente Medvedev -, il ministro ha chiaramente detto che "progressi reali nel disarmo nucleare non possono essere compiuti mentre ci sono sforzi unilaterali di sviluppare sistemi anti-missili balistici".

LAVROV-CLINTON - Venerdì Lavrov aveva concordato con il suo omologo americano Hillary Clinton di collaborare per arrivare a un nuovo trattato di riduzione delle armi strategiche entro la fine del 2009 ed è stato sottolineato che il dialogo tra i due Paesi deve avvenire tenendo conto del rispetto e degli interessi reciproci. Lavrov e Clinton hanno avuto un "dettagliato scambio di opinioni sulle questioni attuali inerenti i rapporti russo-americani e sulle tematiche internazionali di comune interesse, soprattutto nell'ambito dei preparativi del primo incontro fra i presidenti dei due Paesi, in programma a inizio aprile a margine del summit del G20 di Londra". Fra i temi trattati anche la lotta al terrorismo e alla proliferazione delle armi di distruzione di massa, la soluzione delle crisi regionali a cominciare da Afghanistan e Medioriente.

GLI ACCORDI - Gli "Start" (Strategic Arms Reduction Treaty) sono accordi internazionali volti a limitare gli arsenali di distruzione di massa, come le armi nucleari. Il trattato "Start I" fu firmato nel '91 da Stati Uniti e Urss e prevedeva una riduzione del 40% delle testate nucleari. Nel gennaio '93 George Bush senior e Boris Eltsin hanno firmato un'integrazione ("Start II") che prevedeva un'ulteriore riduzione di un quarto degli arsenali. Contestualmente dovevano essere eliminati i missili a testata multipla ma fu evitato di includere i bombardieri strategici. L'accordo scade a dicembre 2009. Nel maggio 2002 Bush jr e Putin hanno poi firmato a Mosca il trattato "Sort" (Trattato per la riduzione delle offese strategiche): le parti si sono impegnate a una riduzione unilaterale indipendente del numero totale delle testate.

IL TRATTATO DEL '68 - Il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) è un accordo internazionale sulle armi nucleari che si basa su tre principi: disarmo, non proliferazione e uso pacifico del nucleare. Proibisce agli Stati che non possiedono armi nucleari di procurarsi tali armamenti e agli Stati "nucleari" di fornire loro tecnologie nucleari belliche. Prevede inoltre che il trasferimento di tecnologie nucleari per scopi pacifici avvenga sotto il controllo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica. Il trattato, sottoscritto da Usa, Regno Unito e Unione Sovietica il 1º luglio 1968, è entrato in vigore il 5 marzo 1970. I firmatari sono 189. Tra i Paesi che possiedono testate nucleari non vi aderiscono Israele, India, Pakistan e Corea del Nord.

IL "TEST BAN TREATY" - Esiste infine un trattato per la completa sospensione degli esperimenti nucleari, il CTBT (Comprehensive Test Ban Treaty), il cui testo definitivo, negoziato inizialmente in seno alla Conferenza per il disarmo di Ginevra, è stato aperto alla firma il 24 settembre 1996 a New York e sottoscritto da 71 nazioni dopo essere stato approvato dall’assemblea generale dell’Onu il 10 settembre dello stesso anno su iniziativa dell’Australia. È però previsto che entri in vigore solo alla scadenza del 180° giorno dal deposito dell’ultima ratifica da parte dei 44 Stati riconosciuti con capacità nucleari. Attualmente solo 33 paesi hanno aderito all'accordo. Mancano le ratifiche di Cina, Colombia, Egitto, Indonesia, Iran, Israele, Stati Uniti e Vietnam; Corea del Nord, India e Pakistan non lo hanno neppure sottoscritto. Il numero complessivo delle adesioni è di 176 Stati, 132 hanno anche provveduto alla ratifica.

07 marzo 2009

REPUBBLICA

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2009-03-8

Il ministro degli Esteri di Mosca Lavrov dopo il cordiale colloquio con Hillary Clinton

"Apprezziamo che l'amministrazione Usa sia pronta ad ascoltare la voce degli altri Paesi"

La Russia apprezza le aperture di Obama

"E' il momento giusto per dialogo e disarmo"

dal nostro corrispondente LEONARDO COEN

La Russia apprezza le aperture di Obama "E' il momento giusto per dialogo e disarmo"

Sergej Lavrov

MOSCA - "E' venuto finalmente il momento giusto". Il giorno dopo il cordiale incontro a Ginevra tra Hillary Clinton e Sergej Lavrov, il ministro degli Esteri russo, il Cremlino fa sapere che giudica favorevolmente il rilancio del dialogo con Washington, a cominciare dal processo globale di disarmo. Ma allo stesso tempo non si sbilancia troppo sulla questione dell'Iran: "Il trattato di non proliferazione consente ai Paesi membri l'utilizzazione del nucleare per scopi civili", ha infatti dichiarato Lavrov durante il suo intervento alla Conferenza Onu sul disarmo. Il che non è proprio ciò che gli americani avrebbero voluto ascoltare.

E tuttavia, sia la Clinton che Lavrov hanno detto di voler dare nuovi e concreti impulsi alle relazioni russo- americane: entrambi hanno definito il loro primo incontro bilaterale un negoziato "molto produttivo". Lavrov ha avuto parole di elogio per la Casa Bianca: "Apprezziamo che l'amministrazione Obama sia pronta ad ascoltare la voce degli altri Paesi", mentre la Clinton ha ribadito che un'alta "priorità" per gli Stati Uniti è raggiungere entro la fine dell'anno un nuovo accordo sulla limitazione degli armamenti strategici offensivi (lo Start-1, firmato nel 1991 è in scadenza il 5 dicembre). Clou del colloquio, l'Iran. Il segretario di Stato Usa ha sottolineato come Washington non sia ancora pronta a rinunciare alle sanzioni antiraniane mentre Lavrov ha ricordato che la cooperazione tra Mosca e Teheran è inserita in una cornice "legale" e che la Russia vende all'Iran solo armi "difensive". L'Iran è un partner, e Mosca non vuole che si trasformi in un avversario.

Più o meno i concetti che Lavrov ha ribadito oggi a Ginevra davanti ai delegati della Conferenza Onu sul disarmo. Ma c'è stata una piccola mossa a sorpresa, a dimostrazione del salto di qualità nei nuovi rapporti bilaterali tra Russia e Stati Uniti. Lavrov ha letto un messaggio del presidente Medvedev, centrato proprio sul rilancio del processo globale di disarmo, in cui il presidente russo dice di essere "aperto al dialogo e pronto a negoziare con la nuova amministrazione Usa". Scrive Medvedev: "Il futuro accordo Start-1 dovrà essere giuridicamente vincolante". Per esempio, dovrà prevedere la limitazione non soltanto degli ordigni ma anche dei sistemi di fornitura e dovrà soprattutto escludere la possibilità di dislocare armamenti offensivi strategici al di fuori dei territori nazionali (chiaro riferimento allo scudo antimissile in Europa Orientale). Secondo Medvedev, i negoziati per lo "sradicamento" della minaccia nucleare possono "contribuire al miglioramento generale delle relazioni tra Stati Uniti e Russia".

Per il capo del Cremlino, il trattato in scadenza ha comunque "giocato un ruolo storico nel garantire la stabilità strategica e la sicurezza, nella riduzione degli arsenali degli armamenti strategici offensivi. In seguito alla sua realizzazione il mondo è diventato più sicuro".

Oggi, continua Medvedev, "ci troviamo di fronte alla insistente necessità di andare oltre, sulla via del disarmo nucleare". Intanto, "le parole non siano separate dai fatti", ammonisce Mosca, cominciamo a sottoscrivere un trattato che metta al bando i test atomici. Dopodiché, poniamo fine alla "militarizzazione dello spazio" (e qui nel mirino del Cremlino non c'è solamente l'America ma pure la Cina). Insomma, Mosca non rinuncerà alla sua sfera d'influenza e non muterà di punto in bianco la sua politica estera (non a caso Lavrov ha ripetuto l'appello alla denuclearizzazione del Medio Oriente (in realtà, nel mirino russo c'è Israele).

Cauti, infine, i commenti dei politologi russi: "Washington continua a considerare la Russia suo concorrente geopolitico - osserva Vjaceslav Nikonov, presidente della fondazione Politika e membro del Consiglio Sociale della Federazione Russa - ma l'atmosfera dell'incontro Clinton-Lavrov è stata abbastanza positiva e promette bene per lo sviluppo del dialogo".

(7 marzo 2009)

 

 

L'UNITA'

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2009-03-08

 

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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